Il 2023 è già arrivato da un po’, ma sarebbe interessante andare alla scoperta o fare delle ipotesi riguardo a ciò che potrà succedere nel mondo del high-tech. Infatti, le condizioni socioeconomiche degli anni passati hanno provocato un impatto non indifferente nel campo della tecnologia. La pandemia e le varie restrizioni hanno indotto molte compagnie e aziende a dover adottare sistemi basati sul cloud computing, favorendo l’adozione di un nuovo sistema lavorativo: il lavoro ibrido.
Soluzioni come l’elasticità e la scalabilità del servizio cloud riducono il rischio finanziario dell’innovazione consentendo, al contempo, la giusta agilità aziendale quando le aziende ne hanno maggiormente bisogno. Per questo, Gartner prospetta che entro il 2025 le aziende spenderanno di più per i servizi pubblici di cloud piuttosto che per l’insieme dei metodi e delle tecnologie che caratterizzano il tradizionale IT.
Andiamo a vedere alcuni dei principali trends, riguardanti il cloud computing, che possiamo aspettarci nel 2023:
1. Cloud computing guadagna terreno
La continua ma lenta crescita economica nel 2023, con un’inflazione elevata, potrebbe comportare un aumento dei tassi di interesse; dunque, maggiori saranno i costi di finanziamento, maggiore sarà l’interesse fruttato verso l’adozione del servizio cloud. Questa dinamica è dovuta dal modello di “spesa operativa” del cloud che rispetta la filosofia: “paghi ciò che usi”. Ciò permette di favorire la crescita, a discapito di altri modelli che, invece, prevedono grandi acquisti finanziati anche con largo anticipo.
2. Cloud computing come ingranaggio per il lavoro ibrido
Nonostante le restrizioni siano state abolite, alcuni lavoratori preferiscono mantenere una soluzione ibrida alternando alla presenza in azienda, il lavoro da casa. Questa modalità flessibile, che le aziende hanno dovuto adottare durante la pandemia, continua ad essere acclamata e ben voluta, e il primo supporter a cui fanno affidamento per mantenerla è cloud computing.
Gartner stima che la spesa globale per il desktop-as-a-service raggiungerà i 3,2 miliardi di dollari nel 2023 poiché le aziende preferiranno orientarsi verso servizi di desktop virtuali con abbonamenti, piuttosto che servirsi delle tradizionali soluzioni client, dunque un qualunque componente software.
3. Il multicloud entra in scena
Ci sono diverse ragioni per cui un cliente sceglierebbe di implementare la propria struttura sistematica su più cloud, che sia in base al fattore tecnologico, al mercato o semplicemente per interesse aziendale. Questo comporta ad avere dati transazionali e operativi memorizzati su piattaforme cloud diverse, e successivamente difficoltà nell’ottenere informazioni approfondite su questi dati. Dunque, si prospetta un maggior interesse da parte dei clienti nell’adottare soluzioni come BigQuery di Google, uno strumento veloce ed economico che riduce questi tipi di problemi.
4. Cloud computing come promotore per la sostenibilità
Nel 2023, ci si aspetta di vedere sempre più aziende che si impegnano a sfruttare l’efficienza del cloud computing per raggiungere i loro obiettivi nella sostenibilità.
Difatti, non solo è più efficiente servirsi del cloud per un carico di lavoro o per un’applicazione rispetto a on-premises software, ma eseguire un intero data center nel cloud produce meno emissioni di carbonio rispetto all’equivalente eseguito, però, on-prem.
Secondo un sondaggio IDC, l’83% dei partecipanti concorda sul fatto che la sostenibilità sia il criterio più importante che governa le decisioni aziendali effettuate sull’acquisto dei servizi tecnologici. Entro il 2025, IDC prevede che l’85% delle aziende vedrà un aumento del 35% dell’efficienza sostenibile, utilizzando software e infrastrutture basati sul cloud computing.
5. Aumentano anche le strategie cloud-native
Una strategia cloud-native prevede un approccio moderno allo sviluppo del software, che include microservizi, container (pacchetti software che contengono tutti gli elementi necessari per l’esecuzione in qualsiasi ambiente), API (interfaccia di programmazione di una applicazione) e service mesh, un livello di infrastruttura usato per facilitare le comunicazioni service-to-service tra servizi o microservizi, utilizzando un proxy.
Secondo un’indagine effettuata da Forrester Infrastructure Cloud Survey del 2022, almeno il 40% delle aziende adotterà una strategia cloud-native nel 2023 per aumentare l’efficienza e la riduzione dei costi. Questo perché, si nota che sempre più spesso si sceglie di eseguire carichi di lavoro in contenitori piuttosto che in machine virtuali legacy; in effetti, i contenitori sono molto più efficienti con l’uso di tecnologie come l’intelligenza artificiale AI e machine learning ML e il 5G.
6. La strada da percorrere per cloud computing è ancora lunga
Possiamo dire che la crescita del cloud computing ha avuto molto successo se diamo un’occhiata ai seguenti dati: il cloud rappresenta circa il 7-8% del consumo totale di infrastrutture in tutto il mondo ed è nettamente più efficiente rispetto alle sue alternative.
Questo servizio ha ancora molta strada da percorrere e attraverso aggiornamenti si avrà la possibilità di incrementare le sue potenzialità 10 volte o anche di più rispetto alla sua attuale posizione. Ci si aspetta, dunque, un continuo sviluppo e un conseguente aumento dei dati riportati.
Cloud: un porto sicuro
Ormai, è ben chiaro quanto sia vantaggioso ed efficiente per le aziende effettuare un passo del genere e affidarsi a servizi offerti da cloud computing. Tutto questo permette a loro di poter affrontare le difficoltà economiche con una certa serenità e sicurezza.
Il 2023 sembra un anno pieno di grandi cambiamenti per cloud che sembra acquisire sempre più terreno e notorietà. Ormai una cosa è chiara: il cloud è la chiave futura per ogni azienda. Una volta trovata, non si vuol più tornare indietro.
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